"La città e i segni" sempre di Calvino: Entrai a Ipazia un mattino, un giardino di magnolie si specchiava su lagune azzurre, io andavo tra le siepi sicuro di scoprire belle e giovani dame fare il bagno: ma in fondo all'acqua i granchi mordevano gli occhi delle suicide con la pietra legata al collo e i capelli verdi di alghe... Il sito a cui rimando con il testo integrale in italiano è di un'artista che ha dedicato un ciclo di lavori alle città (gli acquerelli non mi piacciono per niente, le incisioni già più interessanti). Non riesco a trovare un sito che pubblichi tutte le città.
...- Dov'è il sapiente? - il fumatore indicò fuori dalla finestra.
Era un giardino con giochi infantili: i birilli, l'altalena, la trottola. Il filosofo sedeva sul prato. Disse: - I segni formano una lingua, ma non quella che credi di conoscere- . Capii che dovevo liberarmi dalle immagini che fin qui m'avevano annunciato le cose che cercavo: solo allora sarei riuscito a intendere il linguaggio di Ipazia.
16 settembre 2006
Ipazia
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