09 ottobre 2006

San Servolo e artLAB

Sabato ero presente all’inaugurazione della mostra “FATTI E FINZIONI della venusta isola di San Servolo in Venezia”, a conclusione della residenza di 10 artisti, fra cui Lidia Sanvito, da cui ho saputo dell’iniziativa.
Atmosfera ad alto tasso di reclusione. Breve storia del luogo: un’isola nella laguna veneta, dapprima monastero femminile, poi ospedale militare, manicomio infine struttura “ricettiva” e centro congressi.
Non ho avuto occasione di visitare l’interno dei padiglioni- dormitori.
I lavori che mi hanno colpito:
- Pausylipon di Lidia Sanvito, una piccola tomba per una lunga parola. L’invito sottinteso era a scavare le lettere fuori dalla terra per ritrovare la parola, ma io seguo solo indicazioni scritte, mai impulsi, e nell’aria isolana aleggiava l’eco del divieto.
- Solo Nota (San Servolo) di Charles Stankievech, in un piccolo sotoportego protetto da un’inferriata e proiettato verso la laguna (era l’antico approdo) risuona una nota, e una sola, di un piano già sull’isola (dal catalogo scopro che veniva usato per la musicoterapica degli internati, e che l’artista ha ripreso la storia personale di un compositore ricoverato).
Fra l’altro uno dei più arancioni tramonti della mia vita l’ho visto proprio in fuga prospettica inquadrato nell’arco di questo spazio, correva attraverso due chiostri, attraversava un pozzo e moriva sulla porta della chiesa. Chissà quanti sospiri in cinquecento anni di veli presi per forza.
Di alcuni lavori ho trovato interessante l’approfondimento storico e lo spunto emotivo (I for Isolation di Sara Nuytemans, Minus 10m di Delphine Rigaud, Cose dolci di Dilek Winchester) ma la realizzazione non mi ha coinvolto; in altri ho trovato una sollecitazione estetica piacevole e affine al mio sentire, ma non comprendo ancora la necessità del lavoro in quel luogo (Bound Space di Amy Elizabeth Gadsby).
Ultima considerazione: ci sono stati problemi col catalogo, che è fra l’altro di edizione super lusso, e il buffet era davvero il migliore mai provato. Dimenticavo gli enti promotori: Fondazione Bevilacqua La Masa, Fondazione Querini Stampalia, IUAV, Accademia di Belle Arti, Scuola del vetro e Venice International University.

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