PERCHE’ LE SOCIETA’ NON-LETTERATE NON SONO IN GRADO DI VEDERE FILM E FOTOGRAFIE SENZA UN’ADEGUATA PREPARAZIONE
Partendo dall’osservazione che “... un pubblico abituato a vedere filmati, mette a fuoco l’immagine un po’ prima dello schermo piatto, così da poter vedere tutta l’inquadratura” McLuhan considera che è la “dimestichezza con la scrittura” a permettere questa specifica messa a fuoco ampia, quindi “…le persone non letterate non hanno questa abitudine acquisita e non guardano gli oggetti come noi. Al contrario essi esplorano gli oggetti come noi facciamo con la pagina stampata, un segmento alla volta. Pertanto essi non hanno un punto di vista distaccato. Essi sono interamente con l’oggetto…”
Marshall McLuhan, The Gutenberg Galaxy: The Making of Typographic Man, University of Toronto Press, 1962 (La galassia Gutenberg. Nascita dell'uomo tipografico, Editore Armando Armando, Roma, 1976, traduzione di Stefano Rizzo)
1 commento:
Apriamo la mente. McLuhan, maestro e teorico dei nuovi media, definisce i mezzi di comunicazione come estensione dell’essere umano. In che senso? Per esempio la ruota è l’estensione del nostro piede e una motocicletta ci permette di prendere possesso dell’ambiente e accorciare le distanze. Così i nuovi media sono l’estensione dei nostri sensi. Gli occhi davanti a uno schermo, le dita che digitano su una tastiera, le orecchie che ascoltano i “rumorini” standard delle applicazioni e i suoni provenienti da un filmato, contribuiscono a catturare percezioni sempre più evolute. Questo fa sì che la nostra mente sia gradualmente esposta e stimolata in maniera sempre maggiore. Esposta significa aperta all’eventualità di contaminazione, sia essa positiva che negativa.
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