Ho rivisto Fahrenheit 451, regia di François Truffaut, del 1966.
Un’idea forte e precisa per i titoli di testa: una voce fuori campo pronuncia ogni titolo su una ripresa che si avvicina rapidamente a un’antenna televisiva. Un titolo, un’antenna. Nessuna parola scritta.
Quello che mi piacque la prima volta fu l’ambientazione assolutamente contemporanea, eppure astratta (per l’unico libro di fantascienza scritto da Bradbury, come lui stesso dichiara).
Forse sono le cromie spente dei cieli del nord a suggerirmelo. Concesso un unico rosso lucido ai FIREMEN, i pompieri, parola che in inglese favorisce il capovolgimento di significato. Chissà se avrebbe potuto nascere italiano questo racconto lungo, poi diventato romanzo.
Il regista indugia sulla violenza fatta ai libri, li fa cadere da lunghi scaffali, precipitare dai piani alti dei palazzi, nascondere fra la biancheria sporca, nei tostapane… e ci sazia di primi piani, tutte le copertine che ci fa intravedere prima di incenerirle. Le pagine di Miller che si accartocciano come fiori che sbocciano al contrario.
La Seduzione
I AM BORN
Non è un caso se Truffaut fa che sia questa frase a iniziare Montag al piacere proibito.
Con la camera lo segue sempre più appresso sulla pagina, mentre viene sedotto da David Copperfield, perché si, certamente è amore.
Un giorno parlerò anche della nuca di Montag…
06 marzo 2007
Fahrenheit 451. Truffaut
Che libro diventare? Io, oggi, sarò Le città invisibili di Calvino
Etichette: film
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3 commenti:
con sorpresa ho letto la recensione di Morandini sul suo dizionario dei film: "drammaturgicamente fiacco, poco convincente come ambientazione ... è il film poco riuscito di un Truffaut che cerca di forzare i propri limiti..."
Sono d'accordo anch'io con Morandini, anche se la cosa non so a chi possa interessare...
VOGLIO ALTRE FOTO DI BERLINO!!!!
con la massima stima per tutti e due, dissento sul giudizio.
Per Berlino, date sempre un occhio al fotoblog linkato il primo marzo; presto la mia scorta di scatti finirà. dovrò tornare per rifornirmi?
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