30 luglio 2008

Firmino mangia i libri

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All'inizio mi avventavo senza andare troppo per il sottile, in modo indifferenziato, abbandonandomi a un'orgia insaziabile - un boccone di Faulkner era come un boccone di Flaubert, per quel che mi riguardava. Ma presto cominciai a notare delle sottili differenze. Notai, prima di tutto, che ogni libro aveva un sapore diverso: dolce, amaro, aspro, agrodolce, rancido, salato, agro. Notai, anche, che ciascun gusto - e, con il passare del tempo e l'acuirsi dei sensi, il sapore di ciascuna pagina, frase e infine parola - portava con sè e suscitava nella mente un insieme di immagini e rappresentazioni di cose di cui non sapevo nulla a causa della mia limitata esperienza nel mondo cosidetto "reale": grattacieli, porti, cavalli, cannibali, un albero in fiore, un letto disfatto, una donna annegata, un ragazzo volante, una testa mozzata, braccianti che alzano lo sguardo al verso di un idiota che urla, il fischio di un treno, un fiume, una zattera, il sole che filtra obliquo in un bosco di betulle, una mano che accarezza una coscia nuda, una capanna nella giungla, un monaco che muore.
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Immagine di Firmino
Sam Savage, Firmino. Avventure di un parassita metropolitano,
Giulio Einaudi Editore, Torino 2008
Traduzione di Evelina Santangelo(Firmin. Adventures of a Metropolitan Lowlife, 2006)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho appena finito di leggerlo!
“Finalmente leggi un libro simile ai nostri!” – commento dei nipoti che annusano sempre i libri che leggo, compiaciuti per le belle illustrazioni.

Maraz

susner ha detto...

finchè non li masticano...