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Sostanzialmente la fotografia attua l’imperativo surrealista di adottare un atteggiamento inflessibilmente egualitario di fronte a qualsiasi soggetto. (Ogni cosa è ‘reale’). E ha di fatto manifestato - come il gusto surrealista vero e proprio – una predilizione inveterata per il ciarpame, il pugno in un occhio, i rifiuti, le superfici scrostate, il kitsch. … Il fotografo – e il consumatore di fotografie – segue le orme dello straccivendolo, che era una delle immagini del poeta moderno secondo Baudelaire.
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I fotografi, che agiscono nell’ambito della sensibilità surrealista, suggeriscono quanto sia vano cercare di capire il mondo e propongono invece di collezionarlo.
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Susan Sontag, Sulla fotografia - realtà e immagine della nostra società
Giulio Einaudi editore spa, Torino 2004
Traduzione di Ettore Capriolo (titolo originale: On Photography, 1973)
25 febbraio 2010
sontag e la fotografia/2
Etichette: fotografie, words words words
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